l’alleanza dei buoni: ovvero un post veramente ingenuo

4 novembre 2009

L’anno scorso mi sono imbarcato in una cosa piuttosto nuova per un economista dello sviluppo un po’ tradizionale come me. Provocato dalle affascinanti idee di Alberto Cottica, ho promosso la nascita di questa risorsa per i creativi che vogliono promuovere progetti per lo sviluppo dei territori in cui vivono, che abbiamo chiamato Kublai.  Credo che questo blog, volente o nolente, parlerà molto di questo, anche perchè se non avessi fatto quest’esperienza, non avrei mai pensato di aprirlo.

Per noi del ministero è un potente strumento di project generation. Per i creativi, un modo di allearsi con altri come loro e con una parte dell’amministrazione buona – diceva alberto al tempo – che crede nel merito e nell’onestà, che apprezza l’entusiasmo e le cose nuove e non ha paura di mettersi in gioco.  Una specie di alleanza fra persone buone, aperte, e con i valori al posto giusto, interne ed esterne alle amministrazioni pubbliche.  Al tempo questa mi sembrò un idea veramente ingenua. E chi siamo noi per dirci più buoni degli altri?  E  anche se lo fossimo, potremmo non essere in grado di riconoscere le altre persone in buona fede dagli impostori che sanno usare le parole giuste.  D’altra parte, all’ombra di molte grandi personalità sono cresciuti mediocri adulatori che sono perciò assurti a fama immeritata. (Per la verità – riflettevo al tempo – di reti informali di persone di questo tipo ne esistono già trasversalmente a diverse organizzazioni, ma di solito hanno altri scopi, e, di questi tempi,  vengono alla luce, ad esempio, quando vengono pubblicate intercettazioni telefoniche).

Dopo un anno e mezzo di Kublai non ho cambiato del tutto idea, ma un grammo meno scettico lo sono.  Il fatto è che siamo entrati in contatto con molte persone di amministrazioni pubbliche, enti non-profit  ed imprese, che dichiarano di occuparsi di promozione della creatività, di cultura e politiche giovanili attraverso gli strumenti del web.  Orbene, solo con alcuni scatta un intesa e partono progetti di collaborazione, e la cosa ha pochissimo a vedere col mondo delle idee.  Molto con le persone stesse e le affinità che ci legano a loro.  I nostri valori saranno così forti da selezionare le persone per la loro qualità all’interno  di una comunità che oggi conta più di 1000 persone? Credo che lo scopriremo nei prossimi tempi.  Certo la nostra è, e vorremmo che rimanesse, innanzitutto una comunità di persone.

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