Piacere sessuale e paesi poveri

9 gennaio 2010

Attenzione questo post è una cosa seria  e non ha nulla che vedere con il turismo sessuale, o più in generale con la soddisfazione sessuale di noi che abbiamo la fortuna di vivere in paesi ricchi.

L’Insititute of Development Studies dell’Università del Sussex, un centro di ricerca e consulenza di alto livello nel campo dello sviluppo internazionale, lunedì 11 organizza un incontro sul tema “sesso e piacere” in Inghilterra, Cina e India. Loro ci sono arrivati a partire da un’attività di ricerca sulle lavoratrici del sesso nei paesi poveri, ma a pensarci, è la cosa più semplice del mondo.  Perchè il benessere di una nazione, oltre al reddito procapite, non dovrebbe tenere conto della misura in cui i cittadini sono messi in condizione di realizzare il piacere fisico del proprio corpo, una possibilità di gioia naturale e che non dovrebbe costare nulla?  Cade così un ultimo tabù nella definizione e misurazione di che cos’è l’arretratezza, la modernità, e lo sviluppo (parola che sarebbe vietata, lo so, lo so, mi sa che la devo togliere dalla mia lista nera).

Un po’ fa sorridere, ma è quel riso di disagio verso il progresso quello vero.

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La criminalità e lo sviluppo del Nord Italia

3 gennaio 2010

Di recente per lavoro mi è capitato di guardare un po’ di dati sulla criminalità nelle diverse regioni del paese.  Bè la sorpresa è che l’incidenza di alcuni reati denunciati – soprattutto i furti, le violenze sessuali, i reati di sfruttamento della prostituzione e di traffico di stupefacenti – è nettamente superiore al Nord rispetto al Mezzogiorno.

La cosa è sorprendente anche perchè le mappe  dei vari fenomeni dello sviluppo, che per mestiere produco e guardo, appaiono tutte uguali (al punto che ci scherziamo sopra fra colleghi): i colori che descrivono l’intensità dei fenomeni diventano scuri man mano che si scende a Sud, medio-pallidi al centro, e chiari al nord.  Non è così per alcune forme di criminalità. Guardando ad una gamma più ampia di reati, le denuncie all’autrorità giudiziaria per 1000 abitanti sono 55 al Centro-nord e 39 al Sud (Dati ISTAT 2007). Ed allora, per deformazione professionale, a tipi come me  viene spontaneo cercare spiegazioni per quest’anomalia che consistono in errori di misurazione: inquesto caso con il fatto che i reati non vengono denunciati con la stessa probabilità al sud, o non vengono perseguiti con la stessa intensità.  Forse però la spiegazione è più semplice.  Al Sud alcune forme di criminalità sono meno presenti.

Considerando l’importanza che il crimine e l’insicurezza hanno per il benessere di un’area, direi che dobbiamo abituarci all’idea che, da questo punto di vista, nel Mezzogiorno si vive meglio.

Inquesta materia, sarebbe meglio quindi regionare sui livelli assoluti. Bisognerebbe forse solo capire, anche sulle base di confronti con il passato, o con altri paesi, qual’è il livello accettabile di questi fenomeni, verso cui tendere.