Imbrigliare l’imprevisto

26 aprile 2010

Questo è il nome dell’articolo che io ed Alberto Cottica abbamo scritto per l’European Journal of ePractice, in cui ragioniamo sull”esperienza di Kublai nel contesto del dibattito sull’uso del web 2.0 da parte dello stato. Ve lo potete leggere qui.

Rileggendolo mi sembra che l’articolo rispecchi abbastanza le due anime fondatrici di Kublai, che nella vita del progetto sopravvivono pari pari fino ad oggi.  Quella del dipendente pubblico (io) che vede nella comunità di creativi soprattutto uno strumento di segnalazione delle proposte più innovative, un ausilio alla valutazione che lo stato non sarebbe in grado di fare per mancanza di forze, ma soprattutto di competenze. E quella del creativo (lui) che con la comunità esce dall’isolamento, incontra altri creativi con cui far crescere la sua conoscenza e con essa la capacità di realizzare cose, ma anche e soprattutto incontra lo Stato tagliando fuori tutti quei portavoce ed intermediari non interessati ai risultati concreti, ma solo a perpetuare il gergo e a rendersi necessari.

Noi economisti, studiosi della scarsità, siamo abituati a cercare sempre il trade-off.  Ma non è possibile che una soluzione come quella che abbiamo trovato sia solo buona, ossia risponda a due esigenze così diverse?

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La vera forza di Kublai

2 febbraio 2010

Sabato 30 Gennaio al KublaiCamp abbiamo parlato di risorse finanziarie e di spazi fisici per svolgere attività creative.  Abbiamo ascoltato le storie dei creativi che hanno provato a realizzare progetti per cambiare la propria vita e quella degli altri  e abbiamo capito di più su come funzionano alcune organizzazioni pubbliche e private che provano a sostenerli.  C’era la gente giusta e tanta energia positiva.  Ad esempio le visioni collaborative dei ragazzi di The Hub Italia, i consigli di Stefano Consiglio di Angeli per Viaggiatori, i partner  che ci accompagnano in questa strada la cui destinazione è sconosciuta a tutti, ad esempio Telecom, la Regione Basilicata con Visioni Urbane, ed il Comune di Modena.  Poi naturalmente c’era il Ministero di cui faccio parte con Luigi Mastrobuono.

Ma se dovessi dire che cosa rimane a me nel profondo di questo Camp sono i progetti nuovi e le facce dei ragazzi e delle ragazze nell’atto di presentarli con forza e convinzione al mondo.  Il premio, come ormai saprete, se l’è aggiudicato Film Voices.  Si tratta di un progetto straordinario, ma in Kublai ne abbiamo lette a diecine in questi ultimi mesi di proposte ispirate, realistiche e visionarie, che testimoniano la ferma volontà di molti giovani italiani di creare per sé e per il mondo che li circonda cose belle, utili e concrete.  Questa comunità  attira persone che sono un po’ il contrario dell’immagine dei ggggiovani che spesso ci restituiscono i media.  Non sono solo giovani, quelli che ho visto io al camp sono persone non stanno lì ad aspettare che le soluzioni vengano dagli altri, eppure sanno sfruttare degli altri i commenti, gli incoraggiamenti ed i contatti, mettendosi in gioco con coraggio.

Mi sento per una volta orgoglioso di avere contributo a mettere al mondo questo progetto.

(thx Annibale D’Elia per l’Immagine)