Nel 2008 al Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica abbiamo lanciato Kublai, ne ho già parlato qui varie volte.
L’idea era di sperimentare una modalità nuova per sostenere la nascita di imprese creative, culturali, iniziative di sviluppo locale, provando a vedere se l’intelligenza collettiva e volontaria dei molti utenti del web poteva essere arruolata ad alcune delle finalità pubbliche delle politiche di coesione. C’erano anche altri aspetti sperimentali nel progetto, fra gli altri il desiderio di esplorare la proprietà di una comunità opportunamente selezionata e tematicamente orientata, di fornire “segnali” alle istituzioni su quali progetti fossero meritevoli di sostegno pubblico. La natura di esperimento di Kublai è incontrovertibile: tra l’altro il suo primo finanziamento è provenuto da un iniziativa che si chiamava Laboratorio delle politiche di Sviluppo che si definiva “luogo di produzione di sapere e di confronto” e “struttura volta alla formazione di competenze”.
Sembra superfluo dirlo ma le esperienze pilota devono avere un termine, e le sperimentazioni sono tali solo se ad un certo punto da esse si impara qualcosa. Ecco, è venuto il momento di imparare qualcosa da Kublai. E’ venuto il momento di chiederci cosa abbiamo creato con i soldi che abbiamo speso con il progetto, se quello che abbiamo fatto ha senso, e se ne è valsa la pena. Inutile dire che le decisioni che di qui a poco l’amministrazione prenderà sul futuro di Kublai ne saranno influenzate.
Da pochi giorni abbiamo avviato una valutazione indipendente di Kublai affidandola alla società OpenEvidence, che è stata selezionata con una procedura competitiva. Entro l’estate sapremo qualcosa su qual’è stato il valore aggiunto di Kublai, se ha senso proseguire l’esperienza, ed eventualmente in quale forma.
Tutto questo dovrebbe essere normale, ma oggi nel nostro mondo non si può dire che lo sia. Viene da pensare:
- forse ci sono tante altre politiche, misure e dispositivi pubblici su cui lo stato spende molti più soldi, di cui lo stato non valuta gli effetti e che perciò sarebbe ancora più doveroso valutare rispetto ad un piccolo progetto speciale come Kublai.
- Pur spendendo poche diecine di migliaia di euro in questa valutazione, che durerà meno di un anno, questi soldi rappresentano una percentuale più elevata del valore di quello che si valuta, rispetto a quello che succederebbe se si decidesse di valutare, che so, i sussidi agli agricoltori della Politica Agricola Comune
- forse Kublai, e non altro, viene valutato perchè per accidente è un progetto nato all’interno dell’Unità di Valutazione del DPS, che di questo si dovrebbe occupare principalmente
Di una cosa però sono certo, la valutazione si fa poco in italia non per problemi di soldi, ma per carenza di cultura. Ne ho scritto altrove, è un problema di scarsità di risorse umane e di attenzione.