Tutti dicevano: l’obiettivo che ci siamo dati di ridurre la quota degli studenti più in ritardo in lettura e matematica rispettivamente al 20 ed al 21 % nel 2013 è irrealistico. Partendo da livelli così alti non c’è neanche da sperarci di centrare il target.
Invece guardate che cos’ è successo per la matematica e per la lettura tra il 2006 ed il 2009. Il Mezzogiorno scende uno scalino impressionante e, fra le regioni, la Puglia quasi dimezza il valore dell’indicatore in matematica, portando già nel 2009 la quota degli studenti che si fermano al livello più basso di competenze quasi al livello previsto per il 2013. Roba mai vista.
Ora si scateneranno le interpretazioni ciniche di quelli che ci spiegheranno che quell’indicatore è solo una proxy del livello vero delle competenze, che non possono essere migliorate così tanto in così poco tempo. Ci diranno che si tratta solo dell’effetto dell’avere insegnato agli studenti a fare i test a risposte multiple, a cui non erano abituati.
Per me la cosa va presa per quello che è: un successo del meccanismo incentivante degli obiettivi di servizio e del dibattito che le misurazioni del test PISA hanno generato in Italia nella seconda metà degli anni 2000. Miglioramenti così significativi possono succedere anche nel nostro paese e nel nostro tempo – se la volontà di tutti converge verso un obiettivo condiviso.