Il rugby è sempre più di moda e qualche motivo ci sarà. Siccome sono anni che anch’io amo guardare le partite internazionali, vi dico quali sono i motivi che valgono per me. Comunque stiano le cose, credo che ci siano dei temi che vanno anche al di là dello sport.
- Il rugby è veramente un gioco di squadra in tutti i sensi: i collegamenti fra le varie sezioni della squadra sono chiari e forti. Spingendo forte al centro, si costringono gli avversari a portare persone al centro per fare argine, e questo libera le ali sui lati a svolazzare in meta. Chi si ricorda del gioco sporco dei bestioni al centro che, logorando gli avversari, ha consentito loro la gloria?
- Il rugby è il gioco del sacrificio e del coraggio. Quello che fa la differenza è saper mantenere la ragione accesa in situazioni di grande concitazione e violenza. Bisogna sapersi lanciare a grande velocità verso un impatto doloroso, mantenendo la lucidità per passare la palla all’uomo libero un istante prima dell’impatto. Non sarebbe efficace farlo prima.
- La squadra (di 15 giocatori) è una delle più grandi fra i giochi di squadra. All’aumentare del numero, il problema di cooperare verso il fine comune si complica sempre di più
- Si parla molto del “terzo tempo” inteso come andare a bere insieme agli avversari, dopo essersi massacrati in campo, per cui su quello non mi dilungo
- A Rugby non si discutono le decisioni arbitrali. I giocatori, anche quando si capisce perfettamente dalla loro espressione che non le condividono, non le commentano nemmeno. Prendono atto. Ecco in questo c’è qualcosa di quasi commovente. Questi energumeni che stanno mettendo tutte le loro energie e la loro creatività in gioco, quando vengono puniti dall’arbitro per il loro comportamento, non si sognano neppure uno di quei nausenati gesti di ribellione a cui il calcio ci
ha abituato.
- A rugby l’eroismo è ancora il canone di riferimento. Viene in mente il valoroso soldato greco che spartano che, alla sfida dei Persiani del generale ateniese “Noi oscureremo il sole con le nostre frecce”, rispondeva “e allora combatteremo al buio”
Pensandoci bene, quello che a noi italiani piace del Rugby è quello che non ci piace dell’Italia. E’ uno sport in fondo anglosassone; molto più del calcio, che ormai da un secolo si è latinizzato. E degli Anglo ha le virtù. Non il rispetto delle regole (ché le scorettezze in campo si commettono) ma dell’arbitro e delle sue sentenze.
E degli Anglo ha i valori: innazitutto l'”endurance“, lo spirito di chi si sacrifica senza pretendere grandi riconoscimenti. Che ha in disprezzo la lamentela e la condiscendenza verso se stessi; il nostro trovare scuse sempre estranee alle nostre responsabilità, per tutto ciò che non va come dovrebbe.